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Rilevanza “qualitativa” e “quantitativa” della presenza di dipendenti contigui alla criminalità

T.A.R. Lombardia, Brescia, sez. I, 23 ottobre 2023, n. 776 – Pres. Gabbricci, Est. Di Paolo

In tema di rilevanza “qualitativa” e “quantitativa” della presenza di dipendenti contigui alla criminalità mafiosa, si evidenzia che, sul piano qualitativo, il condizionamento mafioso (ovvero il “controllo del territorio” con la creazione di un clima di paura o di omertà) può derivare anche dalla presenza di soggetti che non svolgano ruoli apicali all'interno della società, ma siano o figurino come meri dipendenti, entrati a far parte dell'impresa senza alcun criterio selettivo e filtri preventivi. Sul piano quantitativo, poi, non si tratta di una questione meramente numerica, dal momento che il condizionamento mafioso, ai sensi dell'art.91, comma 6, del D.Lgs. n. 159 del 2011, si può desumere anche dalla presenza di un solo dipendente “infiltrato”, del quale la mafia si serva per controllare o guidare dall'esterno l'impresa, ciò che può risultare da atti investigativi (intercettazioni), frequentazioni, ed altri elementi sintomatici e anche dalla assunzione o dalla presenza di dipendenti aventi precedenti legati alla criminalità organizzata, pur quando non emergano specifici riscontri oggettivi sull'influenza delle scelte dell'impresa.

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